giovedì 8 luglio 2010

L'insostenibile leggerezza dell'essere


In due giorni ho riletto questo bellissimo libro di Milan Kundera mentre sono stata in cucina vicino ad Irene che studiava per l'esame di stato.
Come è diverso leggere un libro a 20 anni e rileggerlo a 50.
E' come aver letto due libri diversi. Mi sono piaciuti tutti e due moltissimo!
Posso proprio dire che l'Insostenibile leggerezza dell'essere è davvero due libri in uno.
L' Autore si chiede cosa è da ritenere positivo, se la leggerezza o la pesantezza.
A 20 anni mi ha affascinato la teoria della positività della leggerezza.
E'stata come una folgorazione il poter concepire la possibilità di relazioni interpersonali incentrate sulla leggerezza, intesa non come superficialità ma come schiettezza, spontaneità.
Lo scorrere della vita poi ha reso impraticabile questa possibilità perchè è proprio vero che ognuno di noi ha il suo KITSCH.
"Il Kitsch è l'ideale estetico dell' ACCORDO CATEGORICO CON L'ESSERE.
Il Kitsch elimina dal proprio campo visivo tutto ciò che nell'esistenza umana è essenzialmente inaccettabile" in quanto non condivisibile dai fratelli, perchè non si uniforma alla massa.
"Il Kitsch non può dipendere da una situazione insolita, ma è collegato invece alle immagini fondamentali che le persone hanno inculcate nella memoria", nell'immaginario collettivo: <>.
"In una società dove coesistono orientamenti politici diversi e dove quindi la loro influenza si annulla o si limita reciprocamente, possiamo ancora in qualche modo sfuggire all'inquisizione del Kitsch: l'individuo può conservare la sua individualità e l'artista può creare opere inattese. Ma là dove un unico movimento politico ha tutto il potere, ci troviamo di colpo nel regno del KITSCH TOTALITARIO."
" Quando dico TOTALITARIO, voglio dire che tutto ciò che turba il Kitsch è bandito dalla vita: ogni espressione di individalismo (perchè ogni discordanza è uno sputo in faccia alla fratellanza sorridente), ogni dubbio (perchè chi comincia a dubitare di una piccolezza finirà per dubitare della vita in quanto tale), ogni ironia (perchè nel regno del Kitsch ogni cosa deve essere presa con assoluta serietà) e inoltre la madre che ha abbandonato la famiglia o l'uomo che preferisce gli uomini alla donna, minacciando in tal modo il precetto divino: <>".
"Il Kitsch è un paravento che nasconde la morte".
"Il vero antagonista del Kitsch totalitario è l'uomo che pone delle domande.
Una domanda è come un coltello che scuarcia la tela di un fondale dipinto per permetterci di dare un'occhiata a ciò che si nasconde dietro."
Solo ciò che l'io ha di unico e che si cela appunto in ciò che l'uomo ha di inimmaginabile, riuscirà a scuarciare la tela.
"L'io individuale è ciò che si differenzia dal generale, quindi ciò che non si può indovinare o calcolare in precedenza: è quello che nell'altro si deve svelare, scoprire, conquistare".
"Non c'è nulla di più difficile da afferare dell'io".
"Solo nella sessualità il milionesimo di diversità (che ci contraddistingue), si presenta come qualcosa di prezioso perchè è inaccessibile pubblicamente e bisogna conquistarlo.......Anche oggi la sessualità continua ad apparire come uno scrigno nel quale è nascosto il mistero dell'io femminile".
Penso ancora profondamente che ognuno di noi con la sua unicità possa riuscire ad avere scambi interpersonali coinvolgenti senza lasciarsi influenzare troppo dal fondamento dell'essere: il Kitsch cattolico, protestante, ebraico, comunista, fascista, democratico, nazionale, internazionale.
Non si deve essere categorici, ci si deve lasciare un margine di elasticità, di possibilità, per avere il coraggio di farsi conoscere e conoscere a nostra volta e scoprire l'essenza dell'altro!
Ed ecco che tutto quello che era già in me a 20 anni e di cui non ero consapevole ha preso campo adesso nettamente: l'ho ritrovato con naturalezza durante queste bellissime ore passate a rileggere ("divorare") il libro.


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